Internet a due velocità

Gli operatori vogliono realizzare due diverse versioni di Internet: Internet di base, quella che utilizziamo normalmente ora, e Internet Avanzata invece ricca di servizi avanzati e caratterizzata da una qualità garantita. e che permetterà ai fornitori di servizio di avere nuove fonti di ricavo per finanziare lo sviluppo delle reti di nuova generazione (banda larghissima tramite fibra ottica nelle case).

Si avvicina quindi una internet a due velocità, sul tavolo delle Nazioni Unite.

L’Itu (Nazioni Unite) ha accolto ufficialmente nella discussione la proposta Etno (operatori europei) di rivedere le regole alla base di internet per poter sostenere meglio gli investimenti nelle reti.

Significa che se ne parlerà in effetti, all’ordine del giorno, nella riunione di dicembre a Dubai. Non è detto che la proposta passi, ma è certo un passo avanti da cui potranno venire grosse modifiche al modo in cui funziona internet.

Che cosa vogliono in effetti gli operatori? Una liberalizzazione delle regole. Vogliono avere il permesso di far pagare un extra per dare velocità aggiuntiva a certi servizi specifici; a pagare potrebbero essere gli utenti o chi li fornisce (gli over the top: Google, Apple…). Non solo: l’Etno vorrebbe un “equo compenso” anche in generale per la quantità di traffico generata dagli over the top (i quali adesso pagano molto poco gli operatori per l’utilizzo delle loro reti).

Sembra che i principali over the top siano disposti a discutere su nuovi modelli di business servizi aggiuntivi, ma non vogliano pagare per il traffico generato normalmente.

Che cosa ne verrà? Molto probabilmente si va verso una internet dove alcuni servizi viaggeranno a priori più velocemente di altri. Difficile dire se questo minaccerà l’innovazione, che finora su internet si è sempre retta su un certo equilibrio (nessuno ha avuto diritto a una corsia preferenziale per raggiungere l’utente).

Certo è che sarà un danno se non sarà garantito un livello di servizio adeguato a tutti i servizi (“best offert”). E se l’accesso alla qualità premium sarà limitato solo alle aziende maggiori, a quelle che possono permettersi grossi investimenti, e se le regole non saranno trasparenti. Credo opportuno che alcuni servizi di pubblica utilità restino comunque salvaguardati dal best offert. Tutti abbiamo diritto a una qualità di banda sufficiente per fruire dei futuri servizi e-government, di accesso all’istruzione, alla sanità.