NON scegliete queste password o dite addio al vostro account
Volete indovinare la password di un vostro amico o della vostra ragazza per sbirciare i suoi dati?
Con la lista delle seguenti parole chiave avete buone probabilità di indovinarla.
Al giorno d’oggi, in una realtà fortemente tecnologica, l’uomo ha bisogno di proteggere le proprie
informazioni ed i suoi dati personali. Ma l’origine delle Password risale all’antichità.
Ad esempio le sentinelle di guardia erano solite chiedere una parola d’ordine a chi si avvicinava
e permettevano il passaggio solo a coloro che ne fossero a conoscenza. In tempi più moderni, l’uomo
deve ricordarsi migliaia e migliaia di queste parole chiave, utilissime ma
allo stesso tempo molto impegnative. È stato infatti confermato che in media 1 uomo su 5
debba ricordarsi 9-10 password al giorno. Perciò spesso la soluzione
più facile sembra quella di avere 5-6 passwords uguali o crearle
È stato infatti verificato che queste passwords vengano decodificate con una
media di 1 su 3. Non sono dunque infallibili per la protezione dei dati contenuti
che potrebbero essere usati in modo illegale. Le password “peggiori” in questo
caso sono spesso quelle contenenti ripetizioni di numeri o lettere oppure
numeri o lettere disposti in ordine.
Sotto è riportata la classifica delle
“peggiori” password con il più alto rischio di decodificazione.
- 1) 123456
- 2) password
- 3) 12345678
- 4) qwerty
- 5) abc123
- 6) 123456789
- 7) 111111
- 8) 1234567
- 9) iloveyou
- 10) adobe123
- 11) 123123
- 12) admin
- 13) 1234567890
- 14) letmein
- 15) Photoshop
- 16) 1234
- 17) monkey
- 18) shadow
- 19) Sunshine
- 20) 12345
- 21) password1
- 22) princess
- 23) azerty
- 24) trustno1
- 25) 000000
Una soluzione facile ?
Un esempio è di creare delle colonne “nascoste e protette con una password” in
Microsoft Excel nella quale inserire tutte le password, in questo modo custodite
tutte all’interno del dispositivo e facilmente consultabili da un qualsiasi
dispositivo in grado di leggere files di Microsoft Excel. MyIDkey (http://myidkey.com/)
potrebbe essere un’altra soluzione: si tratta di una “chiavetta”, USB o Bluetooth,
capace di recuperare le password grazie al riconoscimento vocale. Un piccolo
monitor a cristalli liquidi visualizza la parola-chiave richiesta dall’utente.
Il dispositivo si sblocca con l’impronta digitale, perciò chi non fosse
autorizzato all’accesso non potrebbe neppure attivarlo. Entrambe sono soluzioni
semplici che potrebbero proteggere i dati senza rischiare di perderli o di
venirne privati.
Francesco Porta 1^H