Hiriko è la citycar elettrica del futuro fatta in Europa

Nei Paesi Baschi un consorzio di aziende ha creato
un’auto elettrica a due posti che realizza un’idea di mobilità urbana moderna
fatta di veicoli compatti, sostenibilità e tecnologia.

Si chiama Hiriko la nuova citycar europea, sviluppata da un consorzio di aziende basche (Spagna) con la collaborazione del MIT. È un veicolo a due posti estremamente compatto e altamente tecnologico, che sarà presto sulle strade del Vecchio Continente.

Il progetto, avviato circa due anni fa, ha recentemente ottenuto un primo successo: un contratto con le ferrovie tedesche, che lo inseriranno nel parco auto dedicato al car sharing. Il modello pieghevole Hiriko Fold sarà parte della proposta teutonica a partire dal 2014, dopo una prima fase in cui lo sviluppo dell’auto sarà adattato alle esigenze tedesche. Deutsche Bahn già oggi offre il biglietto del treno più un servizio di car sharing presso le stazioni, e Hiriko entrerà a far parte di tale progetto.

Hiriko sta muovendo oggi i primi passi concreti, ma la sua presentazione ufficiale risale allo scorso gennaio. A tenerla fu il presidente della Commissione Europea José Manuel Durao Barroso, a segnalare come l’Europa sostenga questo progetto nell’ambito dello sviluppo tecnologico dell’Unione. “Progetti come l’auto elettrica Hiriko sono una parte importante della risposta alla crisi, perché coniuga nuove possibilità di affari con la generazione di lavoro e l’innovazione sociale”, ha commentato Barroso. “Hiriko è un esempio di come rivitalizzare i settori industriali tradizionali e dirigerli verso nuovi obiettivi, come la mobilità urbana”.

Sono due i veicoli che dovrebbero entrare in commercio nel 2014, entrambi biposto: Hiriko Fold, pensato per la mobilità sostenibile nelle città, e Hiriko alai, un veicolo progettato per il turismo in aree verdi e con un clima adattato al movimento senza tettuccio. In entrambi i casi abbiamo un motore elettrico relativamente poco potente (0-60 Km/h in 10 secondi, 100 Km di autonomia), steer-by-wire con volante aptico, quattro ruote sterzanti e la possibilità di “piegarsi” per aumentare ulteriormente la manovrabilità.

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Come abbiamo citato in apertura il progetto Hiriko può contare anche sulla partecipazione del MIT e delle autorità statunitensi, perché rappresenta molto bene la visione della mobilità e delle città del 21 secolo. Salta all’occhio l’inevitabile distanza che separa questo tipo di auto (e i suoi predecessori come la Smart) dalle potenti sportive o dai SUV che circolano ancora in buon numero sulle nostre strade.

Una distanza ben evidenziata dalla proposta sulle auto silenziose emersa la settimana scorsa, che ha generato un acceso dibattito. Sembra in effetti che ci siano due fronti inconciliabili: da una parte chi vuole auto leggere, silenziose ed ecocompatibili, dall’altra chi preferisce veicoli più grandi, potenti e rumorosi. Da una parte l’industria dell’auto tradizionale, dall’altra quella dei trasporti moderni. Da una parte la sostenibilità innanzitutto come valore fondamentale, dall’altra la conservazione e la difesa di ciò che esiste.

Oggi è ancora possibile schierarsi, ma a lungo termine la tecnologia modernaavrà la meglio, e prevarranno veicoli elettrici “intelligenti”, abbinati ad altri sistemi di trasporto – treni soprattutto. Chi ama il rombo di auto e moto sportive dovrà farsene una ragione a lungo termine, ma potrà goderseli ancora per un bel po’ in ogni caso. Insomma non è il caso di farne un dramma.

Ciò di cui forse dovremmo tutti preoccuparci, piuttosto, è che l’Italia ancora una volta non resti indietro: l’industria automobilistica è stata per questo Paese una colonna su cui fondare lo sviluppo per almeno cinquant’anni, e oggi potremmo anche noi investire nella modernità di progetti come Hiriko proprio in virtù di tale passato; sempre che “vecchi” interessi economici e politici non si mettano di traverso.