Milano, Hu sorpassa Brambilla
Milano sta cambiando, anzi è cambiata da qualche anno dal punto di vista etnico, sociale e culturale. Il milanese tipo non si chiama più Brambilla, ma Hu, uno dei cognomi più diffusi in Cina.
Mentre negli anni ’50 e ’60 predominavano i cognomi meridionali, secondo i dati anagrafici, nel 2012, il cognome milanese ‘doc’ Rossi è ancora il più diffuso, ma al secondo posto troviamo il cognome cinese Hu, mentre la famiglia meneghina per antonomasia Brambilla scende all’ottavo posto e, Fumagalli addirittura al 30esimo.
Venticinque anni fa, tra i primi trenta cognomi milanesi, non esisteva ne anche uno straniero. Oggi ce ne sono ben quattro fra i primi trenta e, sebbene, in vetta alla classifica troviamo ancora il cognome Rossi, al secondo posto compare il cinese Hu. Non solo, tra i primi 10 cognomi milanesi, ben tre sono di origine cinese.
Secondo l’assessore all’Area metropolitana, Decentramento e Municipalità, Servizi civici, Daniela Benelli, «Questa classifica dei cognomi milanesi è un indicatore dell’evoluzione nel tempo della città e dei suoi abitanti. Se negli anni Cinquanta e Sessanta colpiva il diffondersi dei cognomi meridionali, ora questo discorso vale per quelli stranieri: con il tempo verrà meno lo stupore anche per questi ultimi».
Vediamo quali sono i cognomi cinesi in città che vanno per la maggiore: fra i primi 100 ne troviamo ben 12: 3.694 Hu, 1.625 Chen e 1.439 ìZhou, 1.030 Wang, 930 Wu, 916 Lin, 829 Zhang, 742 Liu, 684 Zhao, 676 Li, 633 Zhu, 581 Zheng. I milanesi sono abituati alla presenza massiccia della comunità cinese, per ragioni storiche, essendo quella più antica della città, visto che il primo insediamento in via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese, risale agli anni venti.
Secondo Marco Wong, nato a Bologna nel 1963, presidente onorario di Associna (l’Associazione dei cinesi di seconda generazione) e laureato in Telecomunicazioni al politecnico di Milano «Oltre al cognome bisognerebbe vedere anche i nomi, tantissimi saranno italiani», e aggiunge «è il segno che i tempi stanno cambiando, ma anche dell’integrazione. Capisco chi è ancora spaventato ma tutti questi Hu sono cittadini a pieno titolo e il mutamento in questo senso è da registrarsi positivamente».
Il problema, in realtà, nasce dalle omonimie, infatti, Wong ha anche ripetuto che quanto accaduto a Milano ha anche un’altra spiegazione: «In Cina i cognomi non sono più di un centinaio, non c’è la fantasia che nei secoli hanno avuto gli italiani. E Hu anche in Asia è tra i primi cinque cognomi. Il problema piuttosto può essere un altro e in tema di evasione non c’è da scherzare: moltissimi possono essere i casi di omonimia e l’Istat tempo fa aveva anche lanciato l’allarme sui codici fiscali per tutti questi cittadini cinesi dal nome uguale o simile».
A parte la massiccia presenza dei cinesi, fra i primi 100 cognomi più diffusi a Milano non compaiono altri stranieri, solo tre, di chiara matrice araba: Mohamed al 34esimo posto (944 persone), Ahmed, al 63esimo (741) e Ibrahim al 75esimo posto (656).
Analizzando i dati, possiamo trovare altre sorprese provenienti dai cognomi ambrosiani doc. Tra i primi dieci figurano al terzo posto Colombo (3.685), al quarto Ferrari (3.568), al settimo Villa (1.905), tutti di antica tradizione meneghina. Brambilla, invece, compare solo al nono posto della classifica (1.536 cittadini), mentre Beretta (il cognome del primo sindaco di Milano) è relegato addirittura al 28esimo posto con 1.042 persone.
Secondo i lombardi la massiccia presenza cinese è dovuta al fatto che «loro continuano a fare figli, mentre noi no».