L’Agenda Digitale Italiana

Nel 2010, la Commissione Europea ha varato sette procedure cosiddette “faro” alle quali i 27 Paesi membri della comunità dovranno adottare entro il 2020. Queste direttive si basano sul concetto di “creazione di un mercato unico digitale”. La strategia definita “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” mira a rendere liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni, incentivando la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza del settore pubblico; punta ad alimentare l’innovazione e stimolare la crescita economica.

Ciascuno stato membro, quindi anche l’Italia, dovrà attenersi a tutte quelle direttive che permetteranno ad ogni individuo di navigare in Internet, sia che si trovi nelle grandi città, sia che viva in piccole ed isolate località.

Il termine ultimo per la realizzazione, come anticipato, è il 2020. Entro questa data dovranno essere portati a compimento una serie di obiettivi diversificati.

I punti cardini di questa manovra sono i seguenti:

  • Banda Larga e Banda UltraLarga: attraverso la creazione di accessi alla rete Internet basata sulla Banda Larga ed Ultra-Larga, si vuole far si che l’utilizzo delle nuove tecnologie diventi sociale; mentre la Banda Larga è un sistema di connessione che consente l’invio di informazioni ad una velocità compresa fra 2 e 20 Mbps, la Banda Ultra Larga, invece, viaggia a velocità più elevate comprese tra i 30 e i 100 Mbps. Purtroppo, nonostante gli sforzi compiuti l’Italia è ancora indietro rispetto agli altri paesi occidentali; infatti, 5,6 milioni di italiani si trovano in condizioni di divario digitale (digital divide), cioè, non hanno sufficienti nozioni di base per poter usufruire dei servizi offerti dalle nuove tecnologie digitali.
  • Alfabetizzazione Informatica: per sopperire a questo divario, verranno attivati dei corsi di alfabetizzazione digitale. Ricordiamo, inoltre, che sono più di 3000 le località del nostro paese che soffrono di un “deficit infrastrutturale”, cioè, sono prive delle infrastrutture necessarie per godere dei benefici della banda larga e ultra-larga. Questo deficit è soprattutto presente nel Mezzogiorno, nelle aree rurali e in quelle lontane dai grandi centri urbani. Verranno create anche delle aree pubbliche con accesso alla rete Internet attraverso connessioni WiFi libere e gratuite per tutti.
  • Smart Cities / Smart Communities: attraverso la realizzazione di città e comunità intelligenti si potrà rendere la vita sociale più sostenibile. Le città “smart” sono spazi urbani entro i quali le comunità residenti (la community) possono incontrarsi, scambiare opinioni, discutere di problemi comuni, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia. La community funziona anche da stimolo per realizzare ricerche e progetti utili alle pubbliche amministrazioni. L’ADI stanzia nuovi finanziamenti per realizzare le piattaforme tecnologiche necessarie a consentire alle città di adottare la filosofia smart.
  • Open Data: letteralmente “dati aperti”, è il nuovo approccio alla gestione dei dati e delle informazioni in possesso delle istituzioni pubbliche interamente gestito attraverso le nuove tecnologie telematiche e digitali. Le pubbliche amministrazioni verranno trasformate in PA digitalizzate; parliamo di un governo digitale (E-government), cioè, di amministrazioni pubbliche digitalizzate, più veloci, più efficienti, più vicine alle reali esigenze del cittadino. Il governo inglese e quello statunitense sono stati i primi a sperimentare questo sistema, e il numero di governi che adotta questo approccio digitale è in continua crescita. Con l’open data tutte le informazioni delle PA vengono rese libere e accessibili e interscambiabili online da parte di tutti i cittadini connessi alla rete.
  • E-commerce: il governo punta a defiscalizzare il commercio online per incentivare domanda e offerta nonché a realizzare un modello unico di contratto per i diritti degli utenti. Bisognerà mettere entro il 2015 il 50% della popolazione e il 33% delle piccole medie imprese in condizione di fare acquisti online e il 20% di comprare in Rete all’estero. Riflettori puntati anche sulla diffusione della moneta elettronica.
  • Cloude Computing: letteralmente la “nuvola di dati” è la possibilità di unire e condividere informazioni provenienti da istituzioni diverse. Questa metodologia consentirà una migliore interoperabilità dei dati, con vantaggi evidenti in termini di rapidità e completezza delle procedure amministrative.
  • Ricerca e Innovazione: si mira a strutturare una strategia unica per il comparto, armonizzando le norme dei bandi pubblici, “aggregando” le cordate che partecipano ai bandi Ue e incentivando la finanza di progetto.

Per tradurre in pratica questi obiettivi è stata istituita una “cabina di regia”, il cui compito è quello di coordinare le operazioni delle amministrazioni centrali e territoriali: i Ministeri, le Regioni, gli Enti Locali e le Autorità Indipendenti.

Purtroppo queste sono solo prospettive, e la realtà è che in questo momento la ADI incontra difficoltà di sviluppo a causa della staticità del nostro governo e delle nostre PA.

Il documento ufficiale che illustra, passo per passo, tutte le azioni e le priorità dell’ADI è scaricabile da qui.